RE3. E’ DECISO. RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO.

L’opposizione alla realizzazione della variante RE3 continua.  

Un gruppo di cittadini, a prescindere dalle scelte politiche che saranno effettuate, in considerazione dei tempi strettissimi per farlo, ha deciso di non rinunciare all’opzione di proseguire il percorso giudiziario, dando incarico ai propri avvocati di presentare un nuovo ricorso, questa volta al Consiglio di Stato. La sentenza del T.A.R. non ha intaccato minimamente la convinzione che la scelta operata dalla passata Amministrazione Comunale non sia accettabile dalla città e che non rappresenti assolutamente il suo interesse pubblico, come sbandierato ai quattro venti dagli esponenti del centro-destra padernese.

Senza ricostruire di nuovo nei dettagli tutta la vicenda, si vogliono qui richiamare alcuni punti, molto chiari, che stanno alla base della decisione di proseguire nell’azione giudiziaria, nella convinzione che la sentenza del T.A.R non ha colto la vera essenza del problema, limitandosi ad una mera indagine sulla regolarità degli atti amministrativi, in presenza di leggi regionali in materia dalla interpretazione elastica.

Eccoli questi punti:

  1. Una precisa scelta politica (sbagliata) del centro destra ha aumentato nel 2013 la volumetria di 5 volte nell’area di via Camposanto, nella quale non c’erano le condizioni oggettive per farlo, per la presenza del rischio esondazione del torrente e per la destinazione dell’area a Parco Urbano del Seveso.
  2. Trasferire i diritti edificatori nell’area verde di via Dalla Chiesa è stata un’altra scelta politica sbagliata perché le aree verdi rimaste vanno preservate intatte, con cura e attenzione.
  3. L’area verde di via Dalla Chiesa non è, come alcuni esponenti del solito centro destra continuano ad affermare ancora oggi, un’area incolta. E’ stata volutamente trascurata proprio per dare l’assist al tribunale del T.A.R. di affermare che non c’era evidente interesse alla sua conservazione e quindi rendere possibile il suo utilizzo a fini edificatori. A questo link proponiamo alcune immagini della cosiddetta “area incolta”.
  4. L’area di via Dalla Chiesa è, invitiamo tutti a verificarlo, una sorta di oasi naturale silenziosa che va curata e lasciata sostanzialmente com’è. Gli interventi di riqualifica vanno invece effettuati nell’adiacente parco di via Gorizia, che ne rappresenta la naturale continuità e che è stato letteralmente abbandonato al degrado dalla vecchia amministrazione.
  5. La variante Re3 determina, anche se il T.A.R. afferma il contrario, un’ indiscutibile  consumo di suolo come documentato in questo articolo.
  6. L’obiettivo dei 2 parchi, che i rappresentanti della passata Amministrazione politica non perdono occasione di ricordare, è anche l’obiettivo prioritario degli oppositori alla variante, con la “leggera” differenza che dentro i parchi le palazzine previste in via Dalla Chiesa non ci saranno.
  7. E quindi, infine, dove sarebbe il famoso interesse pubblico che la variante Re3, se realizzata, garantirebbe alla città? O è invece un interesse privato? Quale interesse pubblico c’è nel costruire altri 60 appartamenti in una città in cui la domanda abitativa non c’è e che ha visto il fallimento di altre iniziative edificatorie (vedi per es. la ex Lares)? Quale interesse pubblico c’è a sacrificare un’area verde preziosa? Continuare a sostenerlo, quando al suo interno vengono costruite 3 palazzine con annesso parcheggio e strada di collegamento, NON è da persone responsabili e credibili. Quale interesse pubblico c’è nel consumare ancora una porzione di suolo preziosissimo?

Ecco, è su queste motivazioni, come è stato detto, che si fondano le ragioni per andare avanti. L’azione dei firmatari del ricorso è sostenuta dal Coordinamento RE3, come avvenuto nel ricorso al T.A.R..

Anche in questa circostanza il Circolo Grugnotorto Legambiente si offre come supporto e collettore dei contributi economici necessari per sostenere l’azione legale. Sarà possibile effettuare donazioni con bonifico bancario utilizzando il codice iban IT88 G030 6909 6061 0000 0159 724 c/o Banca Intesa San Paolo, oppure con la modalità PayPal.

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